Be gentle to yourself, you are doing the best you can.
Paulo Coelho
Noi terapeuti non diciamo ai pazienti cosa è successo nella loro vita. Noi vogliamo, invece, che i pazienti si fidino dei loro ricordi.
Jim Knipe
Utilizzo un approccio che integra il modello cognitivo-comportamentale costruttivista post razionalista (Guidano, Kelly, Mahoney…) alle tecniche cognitivo-comportamentali classiche (Beck, Ellis) e di ultima generazione (EMDR, Wells; Linehan; modello LIBET): questo consente di poter lavorare sul personale modo con cui ognuno di noi legge e interpreta la realtà, dando quindi senso e significato a sé stesso, alla propria storia di vita e agli altri e, al contempo, di fornire gli strumenti, scientificamente validati, per una modificazione degli schemi personali e interpersonali che creano disagio alla persona.
Il percorso psicoterapeutico
Il percorso inizia dall’incontro fra la persona e il terapeuta, ogni caso è diverso, ogni storia è diversa.
Nel primo colloquio, viene accolta la motivazione della richiesta e compresa la domanda di cura che la persona porta, il terapeuta effettua quindi una restituzione indicando se è possibile effettuare il lavoro assieme e spiegando il proprio metodo di lavoro, o, qualora sia più indicato un altro metodo di lavoro, indirizza la persona verso l’opzione più efficace e funzionale.
Infine viene esplicitato il setting, la cornice entro la quale il lavoro verrà svolto, la cadenza degli incontri, la durata, l’uso del cellulare e delle email, etc, e condiviso il consenso informato.
I primi colloqui (da 2 a 4) servono all’assessment: si raccoglie la storia di vita della persona, si compila il genogramma (l’albero genealogico) ed eventualmente si propongono dei test psicologici (per valutare, ad esempio, l’ansia, la tristezza, i tratti di personalità o l’intensità e salienza di alcuni sintomi).
A seguire, si effettua una restituzione di quanto emerso e, insieme, la persona e il terapeuta individuano e condividono gli obiettivi sui quali si intende lavorare e la modalità (ad esempio tramite la terapia cognitiva classica, l’EMDR, la DBT, colloqui familiari…): questo rappresenta il contratto terapeutico, la persona e il terapeuta, insieme, si impegnano e si assumono la responsabilità del cambiamento che si è stabilito di raggiungere.
Il lavoro terapeutico viene modulato da caso a caso, è un lavoro sartoriale, definito appositamente per quella persona.
Le basi su cui il percorso poggia sono la storia di attaccamento e come questa abbia influito sulla modalità di relazionarsi della persona, sugli schemi disfunzionali appresi e sui fattori precipitanti e di mantenimento delle difficoltà.
Infine, parte del lavoro verterà sulla relazione terapeutica: in terapia si avranno modo di vedere in vivo le difficoltà e gli schemi che creano sofferenza alla persona; la relazione terapeutica infatti può fungere da esperienza in vivo di rinegoziazione dei modelli di attaccamento, modificando in senso adattivo l’idea di sé e dell’altro.