“Il mio nome non è Rifugiato è un libro illustrato per spiegare ai bambini il fenomeno dei migranti.
Il libro di Kate Milner è un viaggio tra le pagine e un percorso tra le emozioni e i pensieri di chi è costretto a lasciare il proprio Paese. Per insegnare ai lettori dai 3 anni in su a immedesimarsi in questo difficile, umano cammino.
Il razzismo e il pregiudizio si combattono con la cultura. Ma ancora di più con l’empatia e la capacità di immedesimarsi nella vita degli altri. Lo sa bene Kate Milner, illustratrice inglese che con il suo libro per bambini Il mio nome non è Rifugiato (vincitore del Victoria and Albert Museum Illustration Awards 2016 e che dal 20 giugno verrà pubblicato per i tipi di Les Mots Libres edizioni, 30 pagg, 15 €) ha cercato di accompagnare i lettori dai 3 anni in su in un viaggio tra le emozioni e i pensieri di chi è costretto a lasciare il proprio Paese.
«Dobbiamo andare via da questa città, è pericolosa per noi. Vuoi sapere cosa faremo?». Da questa semplice e tragica domanda inizia il viaggio dei protagonisti di questo libro (una madre e il suo bambino), un viaggio dove ci sarà molto da camminare e da aspettare, da stare soli e insieme ad altri. Un viaggio in cui madre e figlio impareranno nuove parole, fino a quando arriveranno in un posto dove potranno restare, al sicuro. Il mio nome non è Rifugiato è un libro che, attraverso domande dirette, invita il lettore dai 3 anni in su a immedesimarsi in questo difficile, umano cammino, in un momento storico come il nostro, in cui – per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale – il numero delle persone fuggite dai loro Paesi ha superato i 65 milioni (di cui oltre 22 milioni sono rifugiati) e in cui gli adulti sono chiamati a fermarsi e pensare alle modalità per comunicare il presente alle nuove generazioni.”.
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